Quali sono i parametri con cui si valuta un’azienda? Ci si affida ai tradizionali indici di bilancio, oppure alle innovative metriche di soddisfazione dei clienti, oppure ancora a qualche indicatore di produttività? E come può un leader d’impresa prendere le scelte più idonee in base a tali parametri al fine di migliorare la performance della propria azienda?
Non sono domande che hanno risposte facili e immediate. Per questo ne parliamo con Massimiliano Oleotto, Managing Director nonché ideatore di Thauma, la nuova applicazione nata per “rivoluzionare” la vita dei CEO, perché cambierà per sempre la loro percezione dell’azienda, aiutandoli a prendere decisioni in maniera tempestiva e avveduta.
Thauma, infatti, è a tutti gli effetti un maggiordomo virtuale, che supporta il CEO nel difficile lavoro di fare governance in azienda. Come Alfred per Batman, l’obiettivo di Thauma è quello di sostenere instancabilmente e fedelmente chi si occupa di governance con quanto può servire alla governance.
Un obiettivo raggiunto guardando in primis ai dati che provengono dai processi aziendali, cioè da un sistema fondamentale e complesso come l’ERP (Enterprise Resource Planning, ne abbiamo parlato maggiormente *qui*).
Una mole di dati enorme, che per essere sfruttata al meglio ai fini del governo dell’azienda, ha bisogno di essere sintetizzata in informazioni rilevanti e di essere presentata come conoscenza. Una conoscenza che, in molti casi, è assolutamente “nuova” per il CEO, e dovrebbe suscitare quella “meraviglia” che è il significato primo del termine greco thauma.
Ingegnere udinese, esperto di processi aziendali e sistemi informativi, Oleotto ha compreso bene quanto negli ultimi anni sia diventata importante la governance nelle PMI. Concludendo che, al momento, non ci sono strumenti adeguati a disposizione del CEO per supportarla.
Per essere più precisi, quelli che ci sono non sono alla portata delle PMI, perché hanno una soglia di ingresso sostenibile solo dalle grandi imprese, che sono diverse dalle PMI non solo quantitativamente ma anche qualitativamente.
Come è nata l’idea di Thauma?
È nata mentre ero Chief Process Officer del Gruppo Corvallis. Ero stato chiamato nel 2015 a ricoprire quel ruolo per sistematizzare i processi aziendali di governance del Gruppo, e adottare un software che fosse in grado di supportare quella sistematizzazione.
Il Gruppo aveva business diversi, talora anche molto diversi, e si trattava di direzionarli e coordinarli: un compito non facile.
Per tale sistema decidemmo di integrare due visioni:
- Quella dei processi aziendali, data da Panthera, uno dei migliori ERP italiani
- Quella degli obiettivi strategici, sviluppata tramite una BSC (acronimo di Balanced ScoreCard) su Qlik Sense, uno dei migliori software di BI (acronimo di Business Intelligence) al mondo.
Nel 2017 il sistema era attivo, e si configurava a tutti gli effetti come un CPM (Corporate Performance Management), uno strumento di governance molto potente ma pensato per le grandi aziende, non certo per le PMI.
L’idea arrivò in quel momento. Perché non fare un CPM per le PMI?
Si trattava di capire quali erano i problemi per cui un CPM non risultava adatto alle PMI, e trovare il modo di risolverli. Se i problemi erano ampiamente noti – l’implementazione di un CPM è un progetto troppo lungo, costoso e complesso per una PMI – non lo erano altrettanto le soluzioni.
Il requisito essenziale era creare un software che funzionasse subito, fosse economico e risultasse “semplice” per il CEO. Oggi c’è Thauma perché abbiamo trovato la soluzione a tutti quei problemi.
La soluzione ha però allontanato Thauma dai CPM. Gartner, che ci ha seguito lungo la concettualizzazione, lo sviluppo e la commercializzazione del prodotto, ci ha suggerito di non usare l’acronimo CPM per indicare Thauma, e di caratterizzarlo facendo risaltare la sua identità unica.
Thauma è infatti “Digital Performance Intelligence” (DPI), come fusione di tre elementi: l’intelligence della BI, la performance del Corporate Performance Management e, soprattutto, il digital di Digital Twin, perché Thauma è la replica digitale dell’azienda a misura del CEO.
Ti sei affidato ad un team esperto per la realizzazione di Thauma. Possiamo dire che è un lavoro “corale”?
Assolutamente sì. Se l’ideazione è del 2017, nel 2018 ci fu la concettualizzazione e l’anno successivo lo sviluppo. Sin dal concetto e ancora di più con lo sviluppo, Thauma è caratterizzato da tre ambiti che richiedono conoscenze ed esperienze affatto diverse.
- Il primo ambito è certamente quello del knowledge: Un rimando al nome, Thauma, che in greco antico indica lo stupore della conoscenza. Utilizzando i più autorevoli framework di conoscenza, e sfruttando la competenza di Manfredi Manfrin, possiamo dire che Thauma fa propri tutti gli argomenti del Business Management.
- Il secondo ambito e quello della technology: Un software come Thauma sarebbe stato impensabile anche solo dieci anni fa perché, grazie all’esperienza di Paolo Coloni , incorpora “mondi” come l’ERP, la BI, il cloud, le app, e così via fino all’AI.
- Il terzo e ultimo ambito è quello dell’experience: Thauma ha puntato molto sulla User Experience, grazie alle conoscenze di Pietro Orciuolo, perché comprendiamo quanto è complicata la vita del CEO e l’introduzione di Thauma la deve semplificare, non complicare ulteriormente.
Ci sarebbero molte altre persone da citare, in primis il nostro presidente Matteo Del Sole, che personifica quanto il Gruppo Corvallis, ora Gruppo Kauri, abbia creduto e creda in questa iniziativa. Per non dire dei nostri prestigiosi partner, da chi si è occupato di ideare un nuovo fantastico design (ne abbiamo parlato *qui*) a chi ci ha supportato tecnicamente sin dagli inizi.
In concreto, cosa fa Thauma per il CEO?
Alla base di Thauma c’è il concetto di performance, che non riguarda solo le aziende. Anzi, il primo contesto che viene in mente parlando di performance è quello dello sport.
Ecco, si provi ad immaginare il CEO come l’allenatore di un team sportivo:
Il suo compito è quello di settare gli obiettivi di alto livello per le singole partite e l’intero torneo, che rifletteranno per un verso le caratteristiche della squadra e per un altro verso quelle degli avversari.
Questa è la governance, e Thauma inizia da qui nel suo supporto al CEO: analisi del contesto competitivo e implementazione delle linee strategiche.
L’allenatore, però, non si limita a settare obiettivi. Deve essere capace, assieme al suo team, di svilupparli in piani d’azione che dovranno essere messi in pratica partita dopo partita, e ancora prima azione dopo azione.
Questo è il management, e Thauma prosegue qui nel suo supporto al CEO: sintesi di tutti i processi aziendali, vale a dire finanziari, commerciali, operativi ed organizzativi.
Non finisce qui, perché Thauma vuole fornire conoscenza nuova al CEO, non solo mostrando quello che sa in modi nuovi, ma anche e soprattutto mostrando quello che non sa.
Nell’analogia dell’allenatore, è quello che fanno i suoi collaboratori, alcuni assolutamente “tradizionali” come il preparatore atletico o il fisioterapista, altri assolutamente “innovativi” come gli psicologi sportivi e i match analyst.
Questa analogia sportiva si è ripetuta qualche giorno fa durante una nostra presentazione a una platea di consulenti. In quell’occasione Thauma è stata definita come… il “Fitbit” per le aziende!
Possiamo dire che, se Thauma diventasse uno standard di governance per le imprese, potrebbe guidare l’Italia e le sue PMI verso un futuro sempre più data-oriented?
Certamente. Thauma si colloca in un trend per il quale è il dato oggettivo che deve orientare le decisioni, e tale dato deve essere quanto più possibile tempestivo, attendibile, completo, disponibile.
Thauma fa proprio questo: elabora giornalmente i dati dell’ERP, li riassume con algoritmi proprietari, li espone secondo framework di conoscenza autorevoli, e infine, grazie al cloud, li rende fruibili ovunque… ci sia campo!
Se la nostra mission è aiutare il CEO nella governance, la nostra vision è dotare le aziende di uno strumento che non si limita al controllo ma persegue il miglioramento, mostrando in modo trasparente ciò che va e non va in ogni singolo dato.
Da una data di consegna al cliente inserita scorrettamente nell’ERP fino al mancato raggiungimento di un obiettivo della propria strategia, esserne a conoscenza permette all’azienda stessa di attuare tutte le correzioni del caso che, riprendendo gli esempi appena fatti, consentiranno di avere delle valutazioni migliori del livello di servizio al cliente o di settare diversi obiettivi o piani d’azione diversi.
Aggiungo che il cloud consente oggi una possibilità difficile da realizzare qualche anno fa. Cioè il fatto che radunare in un solo luogo le performance di aziende diverse consentirà a Thauma, una volta raggiunta una “massa critica” di aziende e in forma rigorosamente anonima, di confrontare le aziende anche in ambiti in cui oggi è quasi impossibile avere un confronto, come ad esempio la produttività operativa.