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Nel linguaggio del business ogni azienda ha il suo “dialetto” e Thauma lo riconosce

La promessa di Thauma di tradurre tonnellate di KPI negli insight che servono davvero

Con la somma collettiva dei dati mondiali già in zettabyte (10 elevato alla 21esima potenza, o 1.000.000.000.000.000.000.000 bytes, un numero difficile perfino da immaginare), e le aspettative di un’ulteriore crescita esponenziale, le organizzazioni sono affamate di informazioni utilizzabili che le aiuteranno a ridurre i costi operativi, aumentare le vendite e portare i prodotti sul mercato più velocemente.

Di certo non mancano i dati per guidare gli insight operativi. La International Data Corporation (IDC) prevede che il tasso di crescita annuale composto (CAGR) quinquennale per tutti i dati acquisiti e consumati a livello globale crescerà del 26% fino al 2024.

“La quantità di dati creati nei prossimi tre anni supererà quella creata negli ultimi tre decenni”

Dal 2010 al 2020, i dati mondiali sono aumentati da 1,2 trilioni di gigabyte a 59 trilioni di gigabyte. Un incredibile balzo del 5.000%. Come può essere resa fruibile questa mole di dati a disposizione? Esiste un sistema per tradurli in modo coerente nella lingua parlata dell’azienda che li possiede? Quale uso se ne può fare per guidare l’impresa verso un futuro vincente?

Oltre i “dati ciechi”

Se le aziende sono così ricche di dati, perché la maggior parte continua a operare in modalità cieca? Il motivo è che i veri insight non provengono da punti-dati isolati o intermittenti.

Ma questo, purtroppo, è lo stato attuale della maggior parte delle operazioni sui dati aziendali.
Già nel lontano 1988 un visionario studioso di management Russel Ackoff, uno dei padri del “system thinking”, nel suo modello DIKW, definiva lo standard della attività dell’analista di dati, secondo un processo di sempre maggiore razionalizzazione, dalla loro raccolta fino all’elaborazione di una conoscenza previsionale (Wisdom), volta a incrementare la capacità predittiva a partire da set di dati sempre più accurati.

Allora però mancava la tecnologia dell’informazione, quindi non c’erano né gli attuali sistemi ERP né la Business Intelligence. Oggi questi sistemi sono disponibili ma ci si è resi conto che interrogare un ERP tramite uno strumento di business intelligence non basta.

“I risultati di un ERP non rappresentano il quadro completo senza il contesto aziendale e il “frame” (la “cornice”) adeguati”

Le aziende di ogni dimensione hanno bisogno di risposte contestualizzate alle domande sullo stato degli ordini, sulla capacità di produzione, sugli arretrati di magazzino e sugli aggiornamenti logistici, dove “contestualizzare” significa ricondurre le prestazioni operative day-by-day all’execution di una strategia aziendale complessiva. Per farlo i dati devono essere trasformati in conoscenza. Rapidamente.

“Le aziende hanno bisogno di risposte a tali domande in tempo reale, non di rapporti postumi raccolti da analisti aziendali”

Il controllo post-azione senza quello della direzione di marcia non serve a niente. Gestire tutte queste informazioni tramite ERP è diventato troppo complesso, quando ormai, invece, la parola d’ordine dovrebbe essere “semplificazione”.

Ciò che serve è un’intelligenza continua, la c.d. continuous intelligence che Gartner considera un “top trend” tecnologico, per aiutare le organizzazioni a reagire rapidamente alle mutevoli dinamiche del mercato e per tenere il passo o, meglio ancora, battere la concorrenza.

Un esempio di questo tipo è Thauma, un nuovo strumento digitale che ben si sposa con ognuna di queste necessità.

Guidare un’azienda tramite la continuous intelligence

Ottenere risposte alle domande cardinali sulle operazioni e sulle prestazioni aziendali può essere difficile per la maggior parte delle aziende. I dati sono sepolti in sistemi altamente complessi (ERP) non facilmente accessibili e utilizzabili per utenti di alto livello, CEO e C-suite. A complicare le cose, può accadere che i dati risiedano in più sistemi, ciascuno dei quali utilizza nomenclature e modelli di dati diversi.

Un sistema dipartimentale che si occupa del personale, uno per gli acquisti, per i magazzini, per le vendite, la distribuzione e gli asset. Spesso esistono troppi, differenti, sistemi la cui difficoltà a dialogare fra loro, rende difficile collegare i dati relativi ad ogni reparto aziendale in un quadro completo, coerente e dotato di senso.

Il CEO, che ha il compito e la responsabilità ultima di prendere delle decisioni basandosi non solo sulla sua esperienza e sul suo intuito, ma anche sull’evidenza dei dati, deve poterli visualizzare in maniera semplice ed autonoma, in modo tale che ogni discussione con i suoi collaboratori che compongono la C-suite (CFO, marketing e vendite, produzione e logistica, R&D) possa fare uso di informazioni ampiamente condivise.

É il caso di Thauma, un modello di intelligenza continua, che trasforma i dati in insight (conoscenza) utile al leader d’azienda.

L’approccio “intelligenza continua” consente al CEO di ricondurre i problemi operativi tipici al quadro complessivo di esecuzione della strategia e di affrontarli e risolverli con maggiori chances di successo:

  • Identificare e correggere carenze e ritardi dei prodotti valutando il loro impatto sul raggiungimento degli obiettivi di vendita
  • Affrontare i colli di bottiglia della catena di approvvigionamento nel contesto complessivo del servizio al cliente e della realizzazione dei risultati economici e del rispetto dei budget di produzione e di vendita
  • Rimuovere le scorte in eccesso realizzando l’obiettivo di ottenere il flusso di cassa necessario a finanziare lo sviluppo
  • Eliminare gli acquisti (“maverick spending”) e la produzione non necessari, migliorando la redditività complessiva

L’elaborazione dei dati di Thauma

Per ottenere un’intelligence continua, le organizzazioni necessitano di un modello di dati-informazione-conoscenza “context-rich”, quindi non specialistico-funzionali ma con una visione “olistica”, globale e di un livello di astrazione in grado di trasformare dati ERP complessi e spesso “arcani” in informazioni fruibili che la direzione aziendale può sfruttare rapidamente con ricerche semplici e intuitive.

La chiusura del quadro arriva grazie all’integrazione e la connettività tra applicazioni, piattaforme dati e database, unita all’automazione dei processi, in modo da snellire complesse transazioni di dati e chiudendo il ciclo dall’analisi all’azione senza l’onere di processi manuali ripetitivi e immissione di dati potenzialmente imprecisi.

“Per tutti quei dirigenti e CEO che guidano l’innovazione e la trasformazione del business, è tempo di considerare un approccio alternativo alla ricerca di un processo decisionale autenticamente basato sui dati”

Ci sono tre componenti principali di un’azienda impegnata nell’intelligence continua, che l’azienda dovrebbe considerare quando identifica o progetta soluzioni e sistemi per migliorare i propri processi:

  • Modello di dati: integra un modello di dati che li integra nel contesto aziendale nel suo complesso.
  • Democratizzazione dei dati: avvicina i dati al modo di leggerli intuitivo, per consentire un processo decisionale più rapido e approfondito.
  • Automazione dei dati: sfrutta le capacità per colmare il divario tra dati e insight per agire.

I risultati di questa soluzione che Thauma offre sono chiari: l’intelligenza continua sblocca i dati nascosti nelle profondità dei sistemi aziendali, trasformandoli in quel “petrolio” aziendale che alimenta il lavoro decisionale del CEO e della C-suite.
Intendiamoci bene su questo punto. Nel famoso spaghetti-western “Per un pugno di dollari” ad un certo momento il cattivo-Ramon cita un proverbio messicano “quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto”. Qui si potrebbe parafrasare: “quando un CEO che ha solo l’intuito incontra un CEO con l’intuito e le informazioni, quello con solo l’intuito è un CEO morto”.

Quindi, niente equivoci, la guida rimane saldamente nelle mani del CEO!
Per questa ragione Thauma, modificando l’originale di Ackoff, “stacca” il vertice della piramide DIKW, la Wisdom, dai tre strati sottostanti. Infatti la saggezza del CEO è il risultato dell’uso appropriato della conoscenza del mondo, fatta di esperienza e di doti e attitudini personali che si acquisiscono solo sul “campo di battaglia”.

“Questa è la mission di Thauma”

Thauma traccia e identifica i principali KPI (Key Performance Indicator), li organizza in una dashboard utile al CEO per navigare fra tutte le metriche chiave e scoprire come variano in tempo reale.
Un metodo di accesso unico alla profondità dell’azienda, grazie al supporto dell’intelligenza continua, che si occupa di isolare e mettere in evidenza tutte le informazioni più utili.

Thauma è semplicemente il primo strumento di Digital Performance Intelligence al mondo.

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